La donna in rosso 

La donna a scacchi rosso argento, accostamento cromatico malsano, scuote la corvina chioma togliendosi il cappello rubino. Ha affilate unghie, affilate unghie imporporate mentre scodella la parola del giorno, il Verbo. 

– Siamo affettivi.

Dice. Di tutti gli affetti fa un bel mucchio, li trita per benino prima di versarli nel domestico pentolone, per cuocerli a fuoco lento. Offre il cibo quotidiano come sostituto del corpo che preserva da contatti e morsi. 

La signora in rosso ha uomini bellllisssimi che, a sua detta, la scarrozzano avanti e indietro: dove lei comanda. Son uomini giovani e lieti di servirla. Corrono a gran frotte. Li tiene avvinti ( questo il segreto sussurrato ammiccando ) non concedendo il bene prezioso, il nido, il delta di Venere. Il luogo sacro. 

Così la femme in rouge ci serve le sue ricette di savoir vivre. Le butta con nonchalance sul tavolino del caffè. Noi, povere ancelle ignare, noi giovani amiche -che sedurre non sappiamo – la guardiamo con sincera ammirazione tra una selva di punti interrogativi.

Rispolvera poi, antichi aneddoti buttando polverose ragnatele sui presenti, appiccicose di noia e dejavu. Rievoca a piè sospinto numerosi fantasmi: l’hanno così a lungo corteggiata, seguita, amata, desiderata, voluta. Le hanno offerto il caffè, mazzi di nontiscordardimè, i suoi fedelissimi lacchè. 

“IL ROSSO che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo, che agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto. Dimostra un’energia immensa e quasi consapevole. 

Questo rosso ideale può subire nella realtà grandi cambiamenti, deviazioni e variazioni. Pensiamo soltanto al rosso Saturno, al rosso cinabro, al rosso inglese, alla lacca di garanza, dalle tonalità più chiare a quelle più scure. Questo colore dimostra che si può conservare il proprio tono fondamentale e insieme risultare caldo o freddo”.

Da: Wassily Kandinsky _ Lo spirituale nell’arte

10 pensieri su “La donna in rosso 

  1. E’ un rosso altero, distaccato e freddo. E’ un rosso d’apparenza e di dominio, non facile da portare, amato dalle gran dame che si nutrono di finzioni (non concedendo il bene prezioso, il nido, il delta)
    ml

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        1. Questo non è un sito di psicoterapia o psicologico, nè di cronaca cittadina. Questo è un luogo di scrittura. Condivido quanto affermato da uno scrittore giustamente famoso, Philip Roth : ” Siate spietati con chi amate” dice agli scrittori. Chi scrive, come me, non può prescindere dall’osservazione. A volte solo un gesto, una frase, una mise, un tic può far nascere una mini storia, un racconto. C’è un impulso uno stimolo dalla realtà e poi il volo, il turbine, il decoro a volte barocco.
          Non sempre la persona ritratta esiste davvero. Mi è capitato di scrivere in un luogo affollato e di osservare e scrivere senza neppure sapere nulla della coppia, della persona osservata. Si chiama fantasia. Invenzione.
          Per quanto riguarda la tua provocazione: certo che ho un nome. Ho anche spiegato ampiamente, chi mi legge, non solo qui – perché ho tre blog – sa perché ho scelto di scrivere sotto nickname. Non certo per gettare il sasso e nascondere la mano. Amo la scrittura. Amo la libertà nella scrittura. Chi mi conosce, quei pochi amici fidati che conoscono la mia doppia identità non trovano incoerenza tra quello che dico e quello che scrivo. Non amo essere doppia, non amo la falsità, nè l’ipocrisia e la meschinità. Non amo neppure i pre-giudizi, i pre-concetti.
          Amo scrivere.

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    1. Dott.ssa Lucia sono certa che avrai compreso lo humour, a me piace osservare le sottili contraddizioni degli altri, oltre che di me stessa. È divertente giocare, lievi, con la piccolezza che noi siamo.
      Questo post, come altri dedicati ai ritratti hanno questo stile ludico.
      Eletta

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